Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Sestio Nigro
In primum Tiberii Caesaris principatum iuventae tempus inciderat: note senecane sulla cultura filosofica di età tiberiana
rilettura di PST 108 dalla quale si può tratteggiare il contesto culturale dell’età tiberiana in cui a Roma furono posti i fondamenti per una philosophia togata di ispirazione pitagorica che ebbero un ruolo anche nell’educazione di S.
Seneca, la diatriba e la ricerca di una morale austera. Caratteristiche, influenze, mediazioni di un rapporto complesso
analisi dei rapporti (e degli apporti reciproci) tra S. e la diatriba condotta attraverso l’inquadramento della tradizione bionea in lingua latina, l’evidenziazione della riscrittura retorico-stilistica di alcuni motivi da parte di S., l’esame di alcuni tra i brani o i personaggi senecani più significativi, il rapporto dell’opera senecana con la satira moralistica
Attalus and the Others. Diatribic Morality, Cynism and Rhetoric in Seneca’s Teachers
la rappresentazione data da S. dei propri maestri permette di delineare, attraverso i tratti in essi comuni, una teoria educativa che si compone di retorica, rigida austerità dell’esempio cinico e alcuni elementi topici della diatriba
Veniet tempus (QNat 7.25). Stoic Philosophy and Roman Genealogy in Seneca’s View of Scientific Progress
analizzando le teorie astronomiche di NTR la concezione del progresso scientifico di S. si rivela profondamente debitrice dell’eredità etica ed epistemologica dello stoicismo originario, perfettamente intonata al provvidenzialismo e legata a un’idea di competizione intergenerazionale necessario all’avanzamento della virtù che non è spontaneo
Tra moralismo diatribico e sal niger oraziano: per l’esegesi dell’epistola 119 di Seneca
PST 119 mostra una chiara ispirazione cinica, relazionabile alle pagine dedicate a Demetrio e spesso “coronata” da selezionate citazioni oraziane che accentuano il tono satirico della prosa filosofica
La pestis di Hercules Oetaeus
l’interesse di S. per la medicina lo spinge, per mezzo di spie linguistico-concettuali, a “rivestire il mito di scienza” e a distinguere con i sintomi e con le modalità di infezione la pestis contratta da Ercole in HOE da quella descritta nel prologo di DPS, superando la genericità del modello sofocleo